Faccia a faccia
Giacometti, Dalí, Miró, Ernst, Chagall Omaggio a Ernst Scheidegger 18 febbraio – 21 luglio 2024 Conferenza stampa: giovedì 15 febbraio ore 11:00 È prevista una trasferta stampa con partenza da Milano Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano Sede LAC
Con opere di Cuno Amiet, Hans Arp, Max Bill, Marc Chagall, Eduardo Chillida, Salvador Dalí, Max Ernst, Alberto Giacometti, Fritz Glarner, Oskar Kokoschka, František Kupka, Henri Laurens, Le Corbusier, Fernand Léger, Verena Loewensberg, Richard Paul Lohse, Marino Marini, Joan Miró, Henry Moore, Ernst Morgenthaler, Germaine Richier, Sophie Taeuber-Arp, Georges Vantongerloo A cura di Tobia Bezzola e Taisse Grandi Venturi In collaborazione con il Kunsthaus Zürich e la Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv masilugano.ch |
Ernst Scheidegger Max Bill insegna teoria delle forme alla Scuola di arti applicate di Zurigo ca. 1946
© Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Zürich; 2024, ProLitteris, Zurich |
Sulla scia delle attività legate al centenario della nascita di
Ernst Scheidegger (Rorschach, 1923 – Zurigo, 2016), il MASI Lugano apre la stagione espositiva 2024 con un tributo all’artista svizzero che ha scritto un capitolo della storia della fotografia.
Attivo come fotoreporter e collaboratore della rinomata agenzia Magnum Photos e al contempo assiduo frequentatore della scena artistica d’avanguardia parigina, Scheidegger è noto a livello internazionale per i ritratti d’artista – tra cui quelli diventati iconici di Alberto Giacometti, amico di una vita. Personalità sfaccettata e multiforme, Scheidegger è stato anche pittore, grafico, regista e, in seguito, gallerista ed editore.
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Ernst Scheidegger Allieva della scuola di danza di Madame Rousanne, Parigi ca.1955 © Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Zürich |
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La mostra al MASI ripercorre la produzione di questo straordinario fotografo attraverso un nucleo di oltre cento immagini composto da un’ampia scelta di scatti giovanili inediti del decennio 1945 - 1955 e dai
celebri ritratti d’artista, realizzati su commissione dalla metà degli anni Cinquanta. Dal percorso espositivo emerge come l’accento sociale, lo sguardo poetico e sperimentale dei primi lavori si risolva nelle composizioni ariose, chiare ed elegantemente calcolate dei ritratti d’artista che hanno reso celebre Scheidegger.
Il “faccia a faccia” tra Scheidegger e i protagonisti e le protagoniste dell’arte del Novecento si sviluppa
in un dialogo spontaneo tra i ritratti fotografici e una selezione di importanti opere delle artiste e degli artisti di volta in volta immortalati. Una sezione a parte - trait d’union tra i due capitoli del percorso - è dedicata invece al legame stretto con Alberto Giacometti. La mostra presenta inoltre il noto cortometraggio 'Alberto Giacometti', realizzato da Scheidegger in collaborazione con Peter Münger tra il 1964 e il 1966. |
Marc Chagall
Au-dessus de Paris 1968 Olio su tela Kunsthaus Zürich, 2017 © 2024, ProLitteris, Zurich
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“Faccia a faccia”: il percorso della mostra
Forti contrasti luminosi, prospettive stranianti e messa a fuoco disinvolta caratterizzano i lavori giovanili di Scheidegger, con cui si apre il percorso della mostra. Sono scatti privati, realizzati in bianco e nero con una macchina Rolleiflex, risultato delle peregrinazioni dell’artista tra Svizzera, Italia, Paesi Bassi, Jugoslavia e Cecoslovacchia. Da Belgrado a Montecassino, dalla Val Verzasca a Parigi, le immagini
immortalano gli abitanti di un’Europa devastata dal conflitto, ma anche desiderosa di vita: cantieri navali abbandonati, volti puri di bambini negli orfanotrofi e nelle carceri minorili si alternano a racconti di un’umanità affamata di vita, che si riversa tra le strade. In questa fase, a interessare Scheidegger sono le persone e una realtà quotidiana che egli sa cogliere con accenti poetici e un’attenzione al sociale, in cui pare dimenticarsi delle lezioni apprese alla Kunstgewerbeschule di Zurigo sulla fotografia oggettuale. È, il suo, un repertorio che “
racchiude molti temi classici dei neorealismi fotografici e cinematografici del secondo dopoguerra: il riverbero delle luci di scena sui volti degli artisti e dei clown di un circo, le emozioni a buon mercato della fiera e del luna park, la rumorosa vita popolare che anima le strade dell’Europa del Sud, i bambini di strada, l’Esercito della salvezza, le sagre, le manifestazioni dei lavoratori” – come scrive Tobia Bezzola nel suo saggio in catalogo.
Dalla
polvere delle strade alla calma degli atelier degli artisti: è un percorso non scontato quello di Scheidegger, che presto va a incrociarsi con quello di Alberto Giacometti, conosciuto durante il servizio militare in Engadina nel 1943. La mostra documenta, in una sala dedicata, il profondo rapporto con l’artista, raccontato da una serie di rare vintage prints.
Le fotografie, scattate durante diversi incontri sia a Stampa che a Maloja in Val Bregaglia, in Engadina che nell’atelier di Giacometti a Montparnasse a Parigi, mostrano momenti privati da prospettive insolite, che portano dentro il tempo della loro creazione.
Il legame di fiducia tra l’artista e il fotografo consentirà a Scheidegger di rubare anche scatti emblematici, non da ultimo uno dei rari ritratti frontali di Giacometti, poi utilizzato anche sulla banconota svizzera da 100 franchi. In una giocosa mise en abyme tra pittura e fotografia, la mostra presenta anche un ritratto di Scheidegger dipinto da Giacometti intorno al ’59. |
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Sophie Tauber Arp Geometrico e ondeggiante 1941 Matita colorata e grafite su carta Museo d’arte della Svizzera italiana, Collezione Cantone Ticino |
| Salvador Dalì La tour 1936 Olio su tela Kunsthaus Zürich, 2017 © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí / 2024, ProLitteris, Zurich |
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Non solo Giacometti: nella capitale francese Scheidegger inizia a frequentare la scena artistica e letteraria d’avanguardia e si specializza in ritratti d’artista per riviste di settore e progetti editoriali. Da Joan Miró a Salvador Dalí, da Max Bill a Marc Chagall, in mostra sfilano i ritratti di grandi artisti del Novecento con cui l’obiettivo di Scheidegger si è trovato faccia a faccia.
Raramente in posa, mai glamour, le artiste e gli artisti compaiono sempre nel loro ambiente, al cavalletto o sul tavolo da disegno -come Verena Loewensberg o nell’atelier, come Germane Richier. Sono artefici al lavoro. È una fotografia che non celebra sé stessa, ma si pone al servizio dell’arte quella di Scheidegger. E, soprattutto, mantiene sempre uno sguardo calmo, in cui
è il tatto a prevalere. Un’attenzione che non sempre sottintende vicinanza o intimità: se Salvador Dalí sembra sorpreso con ironia giocosa e simpatia, nei ritratti di Le Corbusier e Cuno Amiet non è nascosto il carattere di un’opera su commissione e si percepisce distanza. È invece il ritratto di un’assenza quello di Sophie Tauber Arp, prematuramente scomparsa, di cui Scheidegger ha immortalato lo studio vuoto. Grazie anche al taglio di luce e alle sapienti composizioni, il ritratto delle personalità creatrici si estende, negli scatti di Scheidegger, anche all’atelier e agli oggetti d’arte, rivelando qualcosa del
processo creativo. Un allargamento dello spazio, che in mostra prende corpo in una selezione di opere d’arte realizzate dagli artisti e dalle artiste di volta in volta immortalati. Doppiamente rappresentati, i protagonisti e le protagoniste della storia dell’arte del Ventesimo secolo scandiscono così il percorso espositivo dedicato a un’eclettica figura di artista che, per gran parte, ne ha condiviso l'avventura, sempre considerando
le immagini come parte di un'impresa comune.
In occasione della mostra è stato pubblicato, ad ottobre 2023, il volume “Ernst Scheidegger. Fotograf” con testi di Tobia Bezzola, Philippe Büttner, Alessa Widmer ed Helene Grob. Edizione tedesca e inglese Scheidegger & Spiess, edizione italiana Edizioni Casagrande Bellinzona. |
Ernst Scheidegger Uomo con palloncini probabilmente fine anni Quaranta © Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv,Zürich |
Ernst Scheidegger Salvador Dalí nel suo atelier a Portlligat ca. 1955 © Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Zürich |
SAVE THE DATE
Save the date: domenica 18 febbraio 2024, alle ore 11:00 Tobia Bezzola, direttore del MASI e curatore della mostra, presenterà il libro “Il tempo passa troppo presto. Lettere alla famiglia” in dialogo con Casimiro Di Crescenzo, storico dell’arte e curatore del volume, che raccoglie per la prima volta nella versione originale italiana un’ampia scelta di lettere di Giacometti alla famiglia, indirizzate al paese natale in val Bregaglia. |
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